Il neonato pretermine
"Sei uscito dalla mia pancia tre mesi e mezzo prima del tempo, hai le dita palmate, sei ricoperto di peluria, e non puoi aprire gli occhi. Sono annientata dalla paura, ma non voglio mostrare tutta la mia ansia, quello che veramente soffre in questo momento sei tu, faccio scendere il nodo che ho in gola, se ce la fai tu piccolo bambino mio che pesi 500 grammi, come non posso farcela io? " La mamma di Andrea nato di 25 settimane
NATI TROPPO PRESTO
Ogni anno in Italia circa 35.000 neonati pretermine o con gravi patologie hanno bisogno, fin dai primi istanti di vita, di terapie intensive neonatali. Il 7% delle gravidanze non raggiunge il normale termine di gestazione e quando il neonato è pretermine o il suo peso è molto basso, può presentare difficoltà nelle sue funzioni vitali.
A fronte degli indubbi progressi fatti e dei successi ottenuti nell’area materno-infantile, la prevalenza delle nascite pretermine non mostra alcuna tendenza alla riduzione nel tempo, anche per l’insorgenza di condizioni materne e gravidiche nuove come ad esempio la fecondità delle donne in età più avanzata o l’utilizzo dei percorsi della procreazione medicalmente assistita dove il 50% dà origine a gravidanze gemellari, fattore di elevato rischio di parto pretermine.
Vi sono vari gradi di prematurità che possono comportare forti ripercussioni sulla salute del bambino. In questi ultimi anni la ricerca e la disponibilità di nuove tecnologie estremamente sofisticate, hanno permesso di raggiungere obiettivi impensabili fino a pochi anni fa, migliorando notevolmente la sopravvivenza di neonati considerati al limite della vitalità.
E’ necessario considerare comunque che una nascita pretermine comporta un adattamento alla vita extrauterina di un bambino che non possiede le competenze di maturazione per sopravvivere autonomamente.
I numerosi fattori di rischio presenti in un ambiente decisamente ostile, qual è quello fortemente medicalizzato delle terapie intensive, influenzano in modo determinante sia le condizioni del neonato in fase acuta, che le prospettive evolutive dell’intero organismo del bambino. In particolare gli ultimi studi rivelano quanto le stimolazioni visive, uditive, tattili, dolorifiche, cui il neonato pretermine è generalmente sottoposto, sconosciute nella loro qualità ed intensità al feto, sono considerati come un fattore di alto rischio nel normale processo di maturazione delle funzioni cerebrali.
La conseguenza più evidente dell’aumentata sopravvivenza è la selezione di bambini a rischio per tutta una serie di condizioni patologiche, in particolare di tipo neurologico-sensoriale, correlate alla nascita pretermine di per sé, oltre che alle patologie sovrapposte e alle terapie praticate in particolar modo per i neonati gravemente pretermine.
Recenti studi di follow up mettono quindi in evidenza come la prematurità influenzi in modo determinante il processo di crescita dei bambini e come il trauma psicologico dei genitori alteri profondamente lo sviluppo delle funzioni genitoriali, minacciando lo sviluppo dell’iterazione genitori-figli, all’interno della quale si costituiranno le basi della personalità e delle relazioni affettive del bambino.
Da qui la necessità di un accudimento continuo da parte del genitore, all’interno dei reparti di terapia intensiva neonatale, affinchè possa sentirsi parte integrante per la cura del proprio bambino.